Biografia
Cristoforo De Amicis
pittore
1902 - 1987
1902 Cristoforo De Amicis nasce il 30 giugno ad Alessandria da Lucia Gabey, pantalonaia, e Giuseppe De Amicis, operaio delle Ferrovie dello Stato. E' il primogenito di tre figli.

1919 Al termine del corso inferiore  dell'Accademia Albertina, frequentata a Torino, si iscrive all'Accademia di Brera di Milano, città nella quale risiederà per tutta la vita.
 
1924 Consegue il diploma all'Accademia di Brera e ottiene il Premio Hayez per l'allievo diplomato più meritevole. In questa stessa Accademia svolgerà attività di docente, in cattedre diverse, ininterrottamente dal 1927 al 1972.

1927 Dal'27 al'29, partecipa alle mostre del "Novecento italiano" in Italia e all'estero, raccogliendo i consensi della critica. Nel 1928 si sposa con Maria Lavezzari, compagna dell'Accademia di Brera, dalla quale ha, nel 1929, il figlio Piero.

1930 All'inizio del decennio attraversa una profonda crisi, quindi abbandona quasi totalmente la pittura iniziando un'intensa attività nel campo dell'architettura, in collaborazione con lo studio degli architetti Lingeri e Terragni.

1933 Viene chiamato da Sironi ad eseguire un affresco alla V Triennale, intitolato Figure d'estate (ACDA 1046) che viene cancellato al termine della manifestazione.
 
1934-35 Dalla frequentazione con gli architetti razonalisti  ha origine il breve periodo astrattista con Composizione 1 e 2 (ACDA 83, 84) e Composizione in rosso (ACDA 36). Negli anni successivi ritorna alla pittura figurativa, con una maggiore ricchezza cromatica nell'ambito della ricerca "cezanniana".
 In questi anni partecipa, su invito, alle mostre del Sindacato Belle Arti, alla Biennale di Venezia, alla Quadriennale di Roma, al Premio Bergamo e consegue, fra gli altri, il Premio acquisto del Comune di Milano (1936) e il Premio Medardo Rosso .

1943 Trascorre gli anni della guerra (1942/45) a Lodi, dove dipinge, avvicinandosi alle espressioni post-cubiste la grande composizione Morte di Arlecchino (ACDA 25) e  Natura morta rossa (ACDA 29).

1951 Ottiene l'incarico alla Cattedra di Pittura all'Accademia di Brera, per 4 anni fino al 1955. Partecipa al concorso bandito dalla Fabbrica del Duomo per una grande vetrata e inizia così in questo settore un'attività che durerà fino al 1972; è  il periodo del disegno di nudo,  dei paesaggi del Lodigiano e del Lago Maggiore, dei grandi nudi femminili (ACDA 2, 7), della serie degli autoritratti (ACDA 14, 162). Consegue in questi anni il Premio Pellizza da Volpedo (1957), il Premio Bottigella (1959) e altri riconoscimenti pubblici.

1961 Una forte forma di depressione colpisce Maria Lavezzari, da sempre cagionevole di salute.
Adeguandosi a questa nuova situazione familiare trasferisce lo studio nell'abitazione, riduce gradualmente i contatti con l'esterno, incentiva la ricerca sul tema del nudo e riprende quello della natura morta. Posa quasi giornalmente nel suo studio Etelia, che poi, anche nel ruolo di segretaria, lo seguirà fino alla morte.

1971 Gli viene conferita, per meriti artistici e didattici la medaglia d'oro di benemerenza del Comune di Milano e l'Ambrogino d'oro.

1978 Il 4 settembre muore Maria Lavezzari. Da allora, durante i mesi estivi, come negli anni '40 e '50, ritorna a dipingere con soluzioni pittoriche diverse i paesaggi della campagna lodigiana.

1979 Nei mesi di ottobre e novembre il Comune di Alessandria e la Regione Piemonte promuovono una rassegna antologica delle opere.  Il pittore stesso ordina ed allestisce la mostra presso Palazzo Cuttica in Alessandria...
Nel mese di dicembre un primo incidente vascolare ai polmoni lo abbatte fisicamente e moralmente. Ottenuta una accettabile guarigione, riprende l'attività, riducendo le dimensioni dei dipinti e dedicandosi  ai temi   natura morta,  paesaggio,  fiori,  madonne. Si sente finalmente gratificato dalla crescente richiesta di mercato, in quanto esponente del Chiarismo.

1982 Nella mostra Annitrenta  quattro  sue opere  sono nella sezione "Reazione al Novecento" ed una nella sezione "Gli astratti". La presenza in due sezioni diverse assume il significato di un importante riconoscimento della sua ricerca negli anni trenta.

1982 Nel mese di ottobre è presente in giuria per un concorso di pittura a Lodi, nei gioni successivi verrà colpito da uno spasmo cerebrale.

1986 La mostra Il Chiarismo lombardo a Palazzo Bagatti - Valsecchi di Milano espone sette dipinti di diversi periodi.
Nonostante le precarie condizioni di salute, dipinge ogni matina, fino a due giorni prima della morte.

1987 Muore il 23 aprile nella propria abitazione a Milano.
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Per informazioni: info@cristoforodeamicis.it

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